Chi siamo
L'amore per il lavoro contadino è trasmesso di generazione in generazione, richiedendo sacrificio, duro lavoro e pazienza.
Storia di famiglia
Radici familiari e l’amore per la terra
L’amore che si ha per il lavoro contadino è qualcosa che viene tramandato, di generazione in generazione, non è qualcosa innata, con la quale si nasce, senza considerare il mondo circostante. No, l’amore per la terra è qualcosa che si coltiva insieme ad essa e come tale demanda tanto sacrificio, duro lavoro, tanta pazienza e stupore. Questo la Famiglia Caprino lo sa bene, sa cosa significa nascere in una famiglia di contadini e cosa vuol dire racchiudere il proprio amore e le proprie speranze in un chicco di grano.


Evoluzione e crescita personale
Lo sa bene Pietro che, nato negli anni ’50, non ha vissuto il famoso boom economico come lo si racconta nei libri di storia, ma ha vissuto una evoluzione più lenta, intima, personale. L’evoluzione di quegli innesti che il padre Armando, aveva piantato con dovizia e che avrebbero dato vita a ciò che oggi è il castagneto. Lo sa bene Aquilina, nata, invece, negli anni ’60, in una cittadina circondata da soli campi, dove ognuno era impiegato nella filiera della coltivazione dei pomodori. Quando arrivava l’estate arrivava anche il tempo della raccolta e della produzione di quell’oro rosso rubino il cui profumo si poteva sentire per tutto il paese, passeggiando a ridosso dei campi.
L’amore per gli animali e l’attenzione alla natura
Ma la terra non è solo una metafora del dare, ma anche una metafora dell’accogliere tutti coloro che hanno bisogno di essa. Il nonno Armando questo lo sapeva bene perché, oltre ad essere un contadino, era anche un pastore che trattava il suo gregge di pecore come se fossero una sua estensione, empatizzava con loro, conosceva i loro bisogni, rispettava i loro tempi e sapeva con esattezza quando esse avevano bisogno di cambiare aria, di transumare dalla montagna al mare, e quanto questo faceva loro del bene. Infatti, se d’inverno le sue pecore erano libere di mangiare le erbe di montagna, girovagando per i suoi boschi, accolte dalla vasta vegetazione, d’estate respiravano la salsedine, calpestando la sabbia, mangiucchiando la vegetazione vicina al mare. E tanto questo era utile per il latte che la nonna Iolanda avrebbe raccolto. Lei era colei che produceva i formaggi stagionati e le ricotte fresche ricavati dal latte di quelle pecore curate con amore dal nonno, latte che per l’alimentazione di erbe selvatiche, conferiva un sapore unico e riconoscibile ai prodotti caseari.


Solidarietà e collaborazione familiare
I nonni erano una squadra, una coppia che ha fondato le basi della propria famiglia su tre principi: l’amore, il supporto e la collaborazione. E Pietro, quarto di sette figli, per tutta la sua giovinezza ha guardato a quei genitori come ad un modello di vita. Un modello che ha saputo inspirarlo sin da piccolo su quale fosse la strada che avrebbe percorso nella sua vita, un modello che lo ha saputo incoraggiare a non aver paura del duro lavoro, dei sacrifici che la terra richiede perché, alla fine, tutta la fatica che si mette nella terra essa la ripaga indietro, sempre, un modello che ha saputo instillare in lui l’idea di famiglia che aiuta, insegna, ma soprattutto, ama.
la nascita dell'agriturismo, la trasformazione e la condivisione dei valori
Pietro ha la fortuna di innamorarsi di Aquilina, condividendo gli stessi ideali e valori legati alla vita contadina. Cresciuta in una famiglia agricola, conosce bene il lavoro dei campi e il valore dei prodotti locali. Dopo il matrimonio, insieme fondano l’Agriturismo Fullone nel 2003, dove condividono la loro passione per la vita contadina e i prodotti locali, coinvolgendo anche le figlie nel progetto. L’apprezzamento dei clienti li spinge a far conoscere il lavoro dei campi anche a chi ne è estraneo, cercando di trasmettere l’amore per la terra e la sua produttività. Questo impegno porta ad un crescente interesse verso il loro lavoro e i prodotti locali, confermando la loro dedizione e passione per la vita contadina.


Espansione e innovazione
Da ciò, nasce l’idea di accompagnare la clientela nei castagneti di famiglia, tramandati dal nonno Armando, per la raccolta stagionale delle castagne o di portarli nell’orto e spiegar loro che, come tra gli uomini, anche in natura ogni cosa ha un proprio carattere, delle proprie esigenze e bisogni.
Ma questo non basta più alla famiglia Caprino, soprattutto alle figlie che, negli anni, pur avendo intrapreso percorsi formativi che tanto si discostano dall’ambito contadino, non dimenticheranno mai il legame che li collega alla terra. Per questo che, grazie ai ricordi dell’infanzia a girovagare nei campi, all’adolescenza passata, in parte, negli affari di famiglia che mettono insieme le proprie idee ed aspirazioni creando un concetto nuovo di azienda familiare.
La Trattoria e la Bottega
Oggi, il “Fullone” è una trattoria dove si continuano a preparare gustose pietanze e a far vivere splendide esperienze culinarie contornate da una serie di attività interpersonali che creano connessioni a livello fisico, emotivo, spirituale ed intellettuale, entrando a contatto con le persone e le loro storie, ma rimanendo radicati nella tradizione del luogo. Nascono, così, le cooking class di mamma Aquilina per gruppi di turisti provenienti dai posti più disparati di questo mondo, perché la voglia di trasmettere le proprie passioni non dovrebbe mai trovare dei limiti e dei confini. E nasce anche l’idea di realizzare un laboratorio artigianale “Bottega Caprino” dalla quale creare dei prodotti dal gusto locale, dalla storia tradizionale ma con un carattere libero perché tutto l’amore che la famiglia Caprino ha da sempre mostrato nei riguardi della terra e dei suoi frutti è un qualcosa che va condiviso con più persone possibili.
